Francesco Vinazza

Gli appunti sul Gran Priorato pubblicati da Fra’ Guido Sommi Picenardi alla fine dell’Ottocento ci permettono di affermare che la lapide raffigurata qui a lato è quella di Francesco Vinazza e dei suoi eredi. L’iscrizione è stata scalpellata, mentre restano visibili lo stemma e l’anno 1611: quali colpe valsero questa damnatio memoriæ? Non lo sappiamo.

Sappiamo però che attorno al 1608 un Francesco Vinazza, muratore e tagliapietre, accettò di costruire la Chiesa di San Martino “de Geminis” che si trova nei pressi dell’Arsenale offrendosi di lavorare “di charitta”, per quanto riguarda il suo compeso e gli strumenti, restando a carico della chiesa il pagamento dei materiali e degli operai. Fu lui stesso a fare i lavori alle cappelle “delli Clarissimi Salomoni et Clarissimi Rizzo”, assieme ad un mastro Antonio per quelli di tagliapietra, lavori che non furono pagati dalle famiglie facoltose, ma dalla chiesa che dovette prendere i soldi in prestito.  Fu ancora Francesco Vinazza che qualche tempo dopo sistemò “il pilastro indietro presso la cappella dilla Madonna”, e che completò i lavori il 23 gennaio seguente, finendo la cappella del “Gritti”.