Battesimo di Cristo di Giovanni Bellini

G. Bellini, Battesimo di Cristo, 1504.

 

La grande tavola (cm 216 x 199) che reca l’iscrizione IOANNES BELLINUS. P.[lNXIT] in un foglietto apposto al podio roccioso su cui si erge San Giovanni Battista, ha sofferto vicissitudini a cui era facilmente imputabile il suo stato di conservazione notevolmente compromesso prima del recente restauro.

L’opera fu commissionata nel 1500 e consegnata nel 1504. La pala –che forse in origine era completata da una lunetta– ornava l’altar maggiore della Chiesa priorale come testimoniato  sia da Carlo Ridolfi nel 1648, sia da Giustiniano Martinioni nel 1663.

Incamerata nei magazzini dell’Accademia all’epoca della soppressione del Gran Priorato di Venezia, i registri del 1822 la attestano presente nel «deposito della Commenda di Malta» in cattivo stato
di conservazione.

Fu ricollocata nella Chiesa di San Giovanni Battista dell’Ordine di Malta per cui era stata originariamente dipinta e nel 1928 fu inserita in una monumentale cornice neorinascimentale
in legno dorato  commissionata dal Gran Priore Fra’ Carlo Torrigiani.

Nel biennio 2013-2014, nel contesto degli ampi restauri della Chiesa Gran Priorale che ne hanno riportato alla luce lo splendore, il capolavoro del Bellini è stato restaurato da Sandra Pesso, dopo ampie indagini preparatorie tramite la radiografia digitale, la riflettografia infrarossa e la fluorescenza ultravioletta che hanno fatto emergere il lavoro preparatorio.

Questo intervento ha così permesso di leggere l’andamento delle pennellate e i segni dei polpastrelli dell’artista e di recuperare ed esaltare l’alta qualità pittorica originaria in cui spiccano i cromatismi del paesaggio della valle del Giordano.

San Giovanni è raffigurato nell’atto di battezzare il Salvatore nelle acque del Giordano, in presenza di un Cavaliere Giovannita identificabile nel committente Fra’ Sebastiano Michiel e di due angeli.

Lo schema compositivo e le figure, a esclusione del committente, ricalcano il modello impiegato da Bellini nel battesimo di Cristo dipinto per l’altare di Giovan Battista Graziano Garzadori nella
chiesa di Santa Corona a Vicenza. È proprio l’analogia compositiva con la pala Garzadori a suggerire l’ipotesi che anche la tavola di San Giovanni Battista di Malta fosse in origine completata da un pannello superiore raffigurante il Padre Eterno.

Recentemente è stato ipotizzato che la lunetta sia quella che oggi sormonta la pala della Madonna col Bambino in trono dipinta alla metà del Quattrocento da fra Antonio da Negroponte conservata nella vicina chiesa di San Francesco della Vigna.